Giuseppe Seguenza nacque a Messina l’8 giugno del 1833 da Luigi e Marianna Costa. Grazie all’educazione morale e culturale impartitagli dalla famiglia riuscì a spiccare nelle materie naturalistiche; il padre era infatti uno dei più abili farmacisti, mentre lo zio materno studiava fisica e medicina.
Cresciuto in un clima in cui si sentivano ancora i tardi influssi dell’Encyclopedie, fu attratto in giovane età verso lo studio della natura. Giuseppe Seguenza cominciò ad apprendere le prime nozioni di lettere italiane, di geografia e di aritmetica nella scuola del prof. D. Antonino Caià Ferro; continuò quindi lo studio della letteratura italiana presso il prof. Sac. A. Vayola, dal quale apprese ancora il latino e i primi elementi di filosofia; contemporaneamente frequentò la scuola del prof. Miller, per apprendervi la lingua francese ed esercitarsi nella calligrafia.
Lo studio della matematica fornì poi, quelle solide basi necessarie ad affrontare quello delle scienze naturali alle quali Seguenza doveva destinarsi. Compì quindi il corso di geometria analitica, ricevendo lezioni dal prof. De Natale, al quale si legò con un grande sentimento di affetto.
Nel 1854, aveva iniziato il corso di Scienze Naturali nell’Università di Messina, seguendo le lezioni di chimica e di botanica. Contemporaneamente il Dottor De Natale lo avviava allo studio della mineralogia, verso la quale Seguenza era molto portato. La sua famiglia, pur volendo istruirlo nelle scienze sussidiarie alla professione cui si dedicava, era fortemente contraria a questa sua tendenza perché la giudicava poco producente allo scopo prefissato. Nel 1855 si laureò in Farmacia.
Nonostante tutto però, dopo diversi anni di lotte e fatiche, riuscì a continuare i suoi studi prediletti, lasciandosi assorbire in modo quasi naturale. dalla dominante cultura francese e inglese dell’Ottocento divenendo, in breve, uno dei più illustri studiosi della cultura europea del Regno di Napoli.
I suoi primi studi si riferiscono alla flora siciliana che compì senza la guida di alcun maestro.
Il “Farmacista”, come era conosciuto, aveva un carattere mite ed un’innata modestia che attenuavano la sua prepotente personalità scientifica, facendolo passare quasi inosservato tra la schiera di naturalisti, geologi e paleontologi che hanno onorato l’Italia nelle seconda metà dell’800.
Venne descritto dai contemporanei come una persona affabile, sobria e cortese con tutti, che non lasciava minimamente trasparire il valore dei suoi meriti. Dotato di senso autocritico, capì che non poteva intraprendere tutti i sentieri dello scibile naturalistico e che occorreva specializzarsi per raggiungere un livello adatto agli studiosi europei di quel tempo.
Per finanziare i suoi studi e provvedere alla famiglia, resse la cattedra di Scienze al Maurolico e all’Istituto Tecnico e Nautico.
Proprio nell’insegnamento emersero le grandi doti di umanità ed affabilità apprezzate da molti; i suoi alunni ricordarono sempre e con commosso affetto, le escursioni da lui organizzate nelle zone geologicamente più interessanti dell’entroterra, durante le quali li guidava con fervido entusiasmo alla lettura del gran libro della Natura di cui, diceva, gli strati sono le pagine, i fossili le lettere dell’alfabeto, il contenuto la storia della Creazione.
Nel 1856 egli scoprì che tutti i prodotti emanati dall’isola di Vulcano contengono composti arsenicati, come poi verrà confermato da un analista tedesco. Quindi pubblicò alcune osservazioni sopra una specie vegetale e sopra la topografia di alcune piante indigene. Ma la pubblicazione che diede maggior onore al nome del giovane Seguenza fu quella che egli fece circa i giacimenti metalliferi di Fiumedinisi, nota come “Ricerche mineralogiche sui filoni metalliferi di Fiume di Nisi e suoi dintorni”, che gli valse una medaglia d’argento dall’Accademia Peloritana.
A questo punto della sua carriera Seguenza, iniziò a comunicare tramite uno scambio epistolare con naturalisti italiani e stranieri che lo condussero ad essere nominato socio di varie accademie e molto ricercato per scambi di oggetti di storia naturale.
I suoi studi si volsero nella direzione dei fossili che si trovavano nella provincia di Messina, con particolare riferimento al villaggio di Salice, in prossimità del Forte dei Centri; iniziò a pubblicare descrizioni e ricerche di vari gruppi di molluschi, di corollari e delle foraminifere.
Tutte queste sue dedizioni lo portarono a diventare un brillante e distinto paleontologo molto ricercato.
Insigni naturalisti, tra cui Parlatore, decisero di dare il nome di Seguenzae ad un genere di alghe siciliane.
Seguenza fu il primo a richiamare l’attenzione degli scienziati sulle relazioni tra ambiente batimetrico e condizioni delle diverse faune terziarie; è il primo ad applicare il metodo dell’indagine microscopica allo studio dei foraminiferi; inserisce nel sistema pliocenico la distinzione tra superiore Astiano ed inferiore Zancleano, un piano da lui individuato attraverso lo studio degli strati marnosi e foraminiferi.
Per tali scoperte viene ricordato nel Dizionario dei Siciliani Illustri come creatore, insieme al Gemmellaro, della stratigrafia siciliana.
Lo studio sullo Zancleano, fu presentato da lui stesso in Francia, dove venne pubblicato nel Bullettino della Società Geologica. Inviò quindi diversi esemplari dei fossili ritrovati, all’Esposizione universale di Parigi del 1867. dove fu premiato con una medaglia d’argento.
Per tutti questi suoi importanti studi e onorificenze, si procurò grandissima fama che lo portò alla libera docenza nell’Ateneo messinese. Si iscrisse a diverse società scientifiche, tra le quali la Società Geologica di Londra, che gli aggiudicò il premio Wollaston, decretatogli dalla Royal Society su segnalazione di Darwin e, in seguito alla pubblicazione di un’opera intorno ai Cirripedi terziari dell’Italia Meridionale, lo stesso Darwin gli comunicò la nomina a socio corrispondente della medesima Royal Society.
Negli ultimi anni, si dedicò a studiare approfonditamente la costituzione geognostica dell’estremo calabro compreso dalla provincia di Reggio. Cosi, dopo alcuni saggi circa lo studio dei terreni e dei fossili della regione Calabria, l’Accademia dei Lincei diede alle stampe due sue opere fondamentali: “Cretaceo medio dell’Italia Meridionale” e “Lo stretto di Messina studiato nella sua costituzione e nelle sue fasi geologiche” che venne premiato dal Ministero d’Agricoltura, Industria e Commercio. Si dedicò quindi agli studi comparativi delle province meridionali italiane e preparò un’estesa memoria sul Cretaceo medio dell’Italia meridionale.
Professore di Geologia nella Regia Università di Messina, direttore del ”Regio Gabinetto geologico messinese”, Presidente della Regia Accademia Peloritana, Socio onorario di quasi tutte le accademie d’Italia, G. Seguenza, muore a Messina, ad appena 56 anni il 3 febbraio 1889 stroncato dalla cancrena conseguente ad una grave forma di malaria contratta durante i viaggi di studio dai quali egli riportava campioni da analizzare ai suoi allievi o a colleghi italiani o stranieri.